sabato 26 marzo 2011

Sulla delusione che può dar una banalità dopo un lungo silenzio

Pagine virtuali trascurate queste, per troppo tempo forse. Ora so, miei accaniti lettori, che le vostre crisi d'astinenza vi han portato ad assunzione di alcolici, sesso non protetto, consumo occasionale di droghe. Ebbene a violentare il buio silenzio del vostro spirito abbandonato con un bianco nulla lucente ci sono queste righe, poche o tante ancora, come sempre, non lo so.

Un'assenza, la mia, di cui voglio parlarvi per rompere il ghiaccio della nostra separazione. Il fatto è che per mesi, semplicemente, c'è stato troppo di cui parlare, processi, guerre, apocalissi nipponiche. E dunque niente, semplicemente ero smanioso, lo sono ancora, un'interferenza distruttiva di troppi pensieri. E quindi nulla, scegliere un argomento di attualità mi è tutt'ora impossibile, pertanto parlerò di quelli che io chiamo in codice icazzimiei.

L'altro giorno, tipo 4 mesi fa, tornavo a casa a piedi, incamminato verso la terra che nessuno mi aveva promesso, che mi ascoltavo la mia musica. Là fuori se ne stava addormentata su ogni cosa, la nebbia. Quando fumo la musica rallenta, come se ogni istante si consumasse dentro se stesso, terminandosi in ogni minuto ma senza terminare mai di terminarsi. Che poi mica li capisco io i fan delle droghe pesanti, che gli si accelera tutto, rendendo impossibile godersi le cose importanti della vita. Fumare uccide, ma lentamente, una capriola di fumo dopo l'altra. E, in un impeto di profondità spicciola degna del miglior Fabio Volo, visto come sono andate a finire le vite di tutti quelli prima di noi, posso assumere che lo scopo della vita sia la morte, dunque perché aver fretta.

Non drogatevi.

Picchiate i vostri figli illegittimi piuttosto.

Oppure drogatevi, se questo può aiutarvi a non scrivere una brutta canzone. Ve lo dico con profonda consapevolezza, che sono come Syd Barrett, ma senza il talento, che se dovessi far parte di un gruppo farei parte di Simon & Garfunkel, nel prestigioso ruolo della ecommerciale. Non scrivete brutte canzoni, nessuno può sopportare di associare ad un ricordo una brutta canzone. Ehi ma un bel ricordo o un brutto ricordo? Direte voi con accorata curiosità. Ottima domanda bambini, avete vinto dell'erba che vi garantirà delle canzoni per lo meno più lunghe. Per rispondere al vostro pretestuoso interrogativo, penso che le persone spesso siano tristi perché non hanno nessun ricordo, bello o brutto che sia, da associare una bella canzone.

Questo non avrà risposto al vostro dubbio esistenziale, ma conto che l'erba vi abbia distratto.

Il che mi fa venire in mente la volta che mi hanno minacciato di morte al telefono.

Riattaccai prima che finissero la frase, così da non aver nulla da temere.

Vi lascio così, senza darvi né denaro né amore, e solo qualche volta piacere. Italian style.