lunedì 26 dicembre 2011

Di natale, progetti e altre cose di cui potrei fare a meno di scrivere

Mi è stato fatto notare recentemente che non scrivo da una vita. O meglio, non scrivo qualcosa che non riguardi Libera da una vita. Nel mentre ci son state un mucchio di novità, la più importante è che questo blog è passato sotto il giogo del diavolo google. Poi è pure cambiato il governo, ma non mi piace parlare di quello che la gente si dicono al bar. Dicevo, Splinder ha deciso di chiudere i battenti e dunque son migrato a blogspot, so che non ve ne eravate accorti e so anche che senza questa informazione avreste mal dormito, incompleti, nell'ignoranza. Nella migrazione si son perse delle cose, un paio di post a cui ero affezionato e che magari vi rimetto, un po' di accenti la cui assenza mi crea più dolore fisico delle mie ultime due relazioni con il gentil sesso, una generale formattazione del testo che lascerò approssimativa così com'è per ricordarmi che avere i soldi non è sinonimo di far le cose bene. E questo metodo sicuramente mi costa molto meno di un prodotto apple qualunque. L'altra cosa che dicevo, sebbene non mi piaccia parlare dei fatti miei come saprete, è che non ho scritto per un po' perché mi stavo dedicando alla stesura di un mio racconto breve, che non so se vedrà mai la luce di un monitor, ma che magari per questo nuovo anno potrebbe comparire a pezzi (non necessariamente ordinati) su queste pagine virtuali. Se volete un'anticipazione, la prima parola che non sia un monosillabo è "circoncisione". Non so esattamente cosa un lettore (e la scelta del numero non è casuale) si possa aspettare da un post di natale. Probabilmente sarebbe bello parlare di come percepisco io il natale, perché chiaramente ognuno lo percepisce a modo suo. Per esempio potrei dire che, essendo ateo, il natale per me è quella festività che mi ruba la scena in cui la quasi totalità delle persone, che, si sa, sono una manica di stronzi, ha il dovere (ben differente dal piacere) di essere più buona, fare regali e adorare un essere onnipotente che non solo non ascoltano, ma che pensano di fottere adorandolo una volta l'anno. O poco più. Per me natale significa potersi ritrovare in famiglia e pensare che sarebbe bello se quel metaforico abbraccio culinario potesse riproporsi più spesso. Ma più di tutto il natale mi ricorda la capacità che abbiamo di per lo meno fingere di poter vedere il mondo come un bimbo. Finzione della gioia o, per i più fortunati, gioia vera, genuina, poetica. Mi sarebbe parecchio piaciuto poter scrivere poesie ma, come notate dalle virtuali pagine che illuminano le vostre sfaccendate mezzore, sono più tipo da prosa. Sebbene, come notate da questa virtuale pagina che illumina la vostra più sfaccendata mezzora, non è che mi riesca poi così bene. Però mi piace pensare che lo spirito natalizio, oltre a quella finzione che arriva in taluni casi ad essere doverosa, riesca a rimanere dentro le persone, che in qualche modo possano viverci tutto un anno, di quella poesia. Mi piace pensare che il logorio della vita dell'uomo moderno, stronzo, distaccato, mai sognatore, non possa mai intaccare quella poesia. Nel mio ideale di mondo le persone vivono scrivendo poesie. Le poesie si scrivono in tanti modi, le più belle senza ricorrere a simboli convenzionali nel colore opposto a quello dello sfondo. Mi diranno che non si mangia con la poesia. Ma si sbaglieranno, aridi fino al midollo. Esiste un modo molto semplice di campare scrivendo poesie. Leggendole. Ebbene, nella letterina a babbo natale metterei il desiderio che le persone possano vedere la poesia che c'è in quello che fanno. E ci metterei pure la speranza di non essere una persona buona solo a natale. Speranza che mi viene giusto in queste ultime righe, scritte nel momento in cui il natale è finito. Insomma buon natale, che, con la giusta poesia, può essere tutto l'anno. E gnente, che lo sia.

4 commenti:

  1. La poesia è un'ottima cosa. A essere troppo prosaici, ci si perde la zucca!
    Bentornato.

    RispondiElimina
  2. Ti lascio un piccolo consiglio. Nella formattazione puoi inserire un break dove ti pare, di modo che nell'home page compaia solo una preview. Si adatta bene a chi scrive post chilometrici!

    RispondiElimina
  3. Si si lo so, ma preferisco che il lettore faccia fatica

    RispondiElimina
  4. Dici bene, non si mangia con la poesia. No, non ci puoi campare. E' che la poesia ti riempie solo il cuore, ma col cuore pieno dove pensi di andare?
    Io sogno, amo sognare, sogno di amare, amo amare, poi capisco che sogno troppo, che amo troppo.
    Ma torniamo sulla poesia.
    Questa non è altro che un tentativo di mettere immagini sui sentimenti, e ricreare le immagini grazie alle parole.
    Non sembra difficile. Se non fosse che è sempre un'impresa trovare le parole giuste per esprimersi(anche per chi parlare lo fa di continuo), e suscitare nel lettore un'emozione, o una sensazione, un brivido( ma anche un cenno di approvazione che non facciamo tanto gli schizzinosi) quello si che è eroico.

    RispondiElimina