giovedì 19 luglio 2012

Non c'è bisogno di figurine, c'è bisogno di eroi

Paolo Borsellino, che oggi ricordiamo a 20 anni dalla brutale uccisione, è un eroe.

Questa è una frase che si ripete spesso. Ma quanto è vera?
C'è sicuramente un eroismo oggettivo, quello di un uomo che sapeva di avere poco tempo, che sapeva di essere il prossimo sulla lista, che sapeva che il tritolo per lui era già arrivato a Palermo. Un uomo che stava andando incontro alla morte e ha per questo svolto, più duramente che mai, il suo lavoro. Eroe vero.


Ma cosa rimane oggi dell'eroe? Quanto ci è rimasto nella vita di tutti i giorni del suo esempio e del suo insegnamento?

Quando non portiamo nel cuore e nelle azioni quell'insegnamento, di un uomo servitore dello Stato, un uomo che era lo Stato, circondato da serpi più o meno nascoste, Borsellino smette di essere un eroe e diventa una figurina. 

Noi dunque ci ritroviamo a fare l'antimafia delle figurine, l'antimafia dell'anniversario tondo.

Non lasciamolo essere una figurina. Solo con il nostro impegno, Paolo Borsellino (e la sua scorta, servitori dello stato ed eroi quanto lui, gente che ha fatto la fila per rischiare la propria vita) è un eroe. Se l'impegno è quotidiano e costante Borsellino smette di essere solo una figurina e torna ad essere l'eroe che è stato. Ricordarlo così, con l'esempio e l'impegno, è il vero modo di dargli giustizia.

E, non so voi, ma io mi sono stancato di giocare con le figurine, sono passati 20 anni, sono grande e voglio giustizia.

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