giovedì 10 ottobre 2013

Masturbarsi simmetricamente

Dopo tutti sti post depressivi che manco le quindicenni coi baffi, ho pensato di tornare in un sereno clima di scrittura, sfruttando l'impossibilità di dormire, le lezioni di questi giorni, varie cose che sto pensando, la necessità di confrontarmi con le mie ben note difficoltà di comunicazione.

Pertanto, proposito di quanto segue è cercar di far capire all'uomo della strada il concetto di simmetria e il perché tutti noi ci si masturbi sopra con gusto via via crescente. Giusto per tenere alta l'immagine di scrittore maledetto drogato e ubriacone un po' radical chic consiglio di accompagnare il tutto con una Grimbergen bionda e un cd a caso di Brassens.

Nel tempo il miglior modo che ho trovato per spiegar il concetto di simmetria in fisica è stato: pensa ad una palla perfettamente uniforme in colore, se io applico una rotazione su tal bella palla tu, osservatore, non te ne accorgi, pertanto si dice che c'è una simmetria dovuta al fatto che quel sistema, il sistema palla dico, è invariante sotto rotazioni. Certamente c'è del giusto in quello che ho appena detto, ma credo che in fondo non renda a dovere l'importanza di questo semplice concetto.

Supponiamo che io voglia scrivere una teoria fisica che descriva il sistema palla di cui sopra, sicuramente mi serviranno delle variabili che in qualche modo identifichino ogni punto di quel sistema, in modo da poter descrivere con delle formuline il più semplici possibile quello che accade a quei punti. Ebbene io, che ora sono osservatore oltre che scrittore della teoria, dovrò pur fare delle scelte ad un certo punto, per esempio fissare una direzione secondo la quale definisco "dritta" quella palla. Questo è un passaggio in un certo senso obbligato, quello di fare delle scelte, MA, perché è qui che tutto si inizia a schiudere, devo tener conto che sono scelte del tutto mie, non c'è ragione alcuna per cui esse coincidano con quelle della natura. Questo si traduce nel fatto che qualunque formulina io possa usare per descrivere le cose più assurde su quella palla deve tener conto del fatto che io non so veramente, per rimanere nell'esempio poco rispettoso del formalismo di cui sopra, in che direzione quella palla possa essere definita "dritta". Soprattutto perché, vista l'invarianza di cui ancor più sopra, non esiste un "dritta" per quella palla, potrebbe ruotare su se stessa in qualunque modo e la fisica del sistema non ne risentirebbe. Pertanto qualunque cosa io scriva non deve cambiare se sposto il nord dalla classica posizione in alto a quella tutta a destra che chiamiamo est (credo).

Dunque, in un certo senso, forse più profondo di quanto possa trasmettere, la simmetria è una misura di quanto in realtà non sappiamo. In meccanica quantistica la cosa è più evidente, ad esempio, in quanto tante più simmetrie sono presenti tanto più un risultato è degenere (ovvero il numerino che misuro ha più "significati"). In altre parole, non so da dove sto guardando la palla, ma so che ok, faccio delle scelte per descriverla con coerenza, ma queste non cambiano il fatto che potrei guardarla da qualunque altro punto e DEVO vedere la stessa cosa.

Veniamo dunque all'importanza di tutto ciò. Se devo scrivere una teoria, che parta da dei dati reali o teorici, la cosa da cui devo partire è il set di simmetrie che so essere presenti in quel sistema, dunque la certezza da cui si parte per fare una teoria fisica è l'ammontare di cose che non si conoscono. O meglio, che non dobbiamo conoscere per rispettare quanto più possibile la natura. L'eleganza di tutto ciò risiede nella straordinaria possibilità che da considerazioni del tutto generali come quelle appena esposte si possa ottenere una descrizione della natura estremamente fedele a quello che si osserva.

E non è finita qui. Spessevolte (in realtà è proprio quel che si spera) questo genere di considerazioni del tutto generali vanno a suggerire l'esistenza di qualcosa di più grande che contiene quanto osservato fino ad ora come caso particolare. Si parla in questo caso di una simmetria più grande che, a seguito di opportune conferme sperimentali, può essere a sua volta descritta con relativa semplicità rilevando nuovi aspetti della natura cui non avevamo, o non avevamo ancora potuto, prestato attenzione.

Riesco a capire la difficoltà di astrarre, così da andar nel magico mondo della fisica moderna. L'invarianza sotto rotazioni è la seconda più semplice da vedere dopo quella sotto traslazioni (se il punto 0 lo chiamo 5 non deve cambiare nulla perché il punto 0 l'ho scelto io, mica Dio, e anche in quel caso sticazzi). Tuttavia mi sento di dire in questo momento di fine birra e giornata che tutta la fisica in fondo si riduce a cose invarianti sotto "rotazioni" in un opportuno spazio (la cromodinamica quantistica, ad esempio, ruota tra loro dei colori) e che in un altro opportuno spazio oscillano.

Ebbene, se non cogliete la poesia di un universo composto da pendoli invarianti sotto opportune rotazioni (anche poco intuitive per l'uomo della strada) non avete un'anima.

O forse non son stato all'altezza del mio grado accademico (pernacchia) per trasmettervi tal poesia in questa solitudine belga, ma direi che solo una volta assimilata tal bellezza si possa esser capaci di cogliere almeno di sfuggita quanto sia spettacolare l'intuizione di Higgs e colleghi e di quanto sia stato storico il giorno in cui si è scoperto che quell'intuizione aveva un riscontro sperimentale.

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